Ancora una volta riprendo a scrivere dopo mesi, stimolato (forse) dai commenti del o della misterios@ "bahra". I motivi di questa lunga pausa sono molteplici, ma comunque una cosa è certa: l'India, nei modi e nelle forme più inaspettate, è entrata sempre di più nella mia vita.
A Sekhar non piace condurre la sua Ambassador per luoghi impervi. E le stradine che scendono ripide nei villaggi turistici intorno a Kovalam non fanno eccezione. A un certo punto non si può proseguire oltre, ma fortunatamente siamo arrivati a Light House, il luogo dell'appuntamento con Babu, il mio "contatto" del Plato Studies Center, la Ong che devo visitare nei prossimi giorni. Ho infatti un'importante missione umanitaria da compiere: la consegna di cinque barattoli di nutella a una scuola di Vizhinjam...
Ho in programma di restare qualche giorno, così prima della visita alla scuola del Plato SC ne approfitto per rilassarmi un po'. Babu è l'uomo dal sorriso più rassicurante che abbia mai visto stampato su volto umano. Tutto in lui, le sue mani, la sua stazza, il suo incedere ciondolante invitano a rilassarsi, a lasciarsi andare. Claudia, gli occhi verdi che mi hanno guidato sin qui, me l'aveva anticipato: fatti accudire da Babu! Così non la faccio tanto lunga e accetto di soggiornare all'hotel dove lavora, che poi è anche il luogo dove risiede l'ufficio del Plato Studies Center. Il Jeevan House è in riva al mare, è tutto dipinto di celeste e ha una piccola piscina al centro molto invitante. Sono reduce da un viaggio faticoso, ma Babu capisce tutto al volo e mi fa sedere sulla bellissima terrazza dell'hotel, alla brezza dell'oceano, mi guarda ed esclama (sempre con quel sorriso meraviglioso e accompagnandosi con un gesto della mano): "relax!". Poi ordina una bibita per me e mi fa, con un accento indo-romano: "come stai?". L'insieme di quelle parole pronunciate in modo sfacciato e quel sorriso, che è un misto di ironia e generosità assoluta, mi fanno sbottare a ridere. Da quel momento Babu sarà per me un fratello e una guida.
Nei giorni e nei mesi successivi (ho rivisto Babu quest'estate in Barbagia, nel rifugio dei miei amici del Centro Studi) capirò che Babu non è solo un sorriso portentoso, ma una sorta di genio della lampada. Non esiste problema che quest'uomo non sia capace di risolvere, dal tirare su un muretto a secco al negoziare complessi conflitti inter-etnici. Quando scoprirò Shantaram (lo stupendo romanzo di Gregory D. Roberts), mi verrà da paragonarlo a Prabaker: ma Babu, alla saggezza e al mitico sorriso della piccola guida di Bombay resa immortale dalla penna di Roberts, associa la solidità e la forza del bene che tutti noi vorremmo sempre avere al nostro fianco.
bahra ti legge sempre!
RispondiEliminaLegittimo chiedersi perchè
Per curiosità, per amicizia, per stima?
Niente di tutto ciò! Solo per il "piacere" di leggere e crescere nella conoscenza anche se indiretta di posti e luoghi e sensazioni....
sincerità per sincerità....
RispondiEliminaanche per il piacere di ritrovare la tua parte migliore, luminosa e "lucida", amabile e amata,
quella che a volte (mi) manca
quella che posso per fortuna ritrovare nel racconto
La tua India quella selvaggia che hai dentro ancora non la conosci abbastanza e quanti sorrisi troverai nella tua ricerca e quanta forza del bene ti occorerà
E saranno i tuoi racconti più irridescenti
Caro bahra, grazie per i tuoi commenti. I tuoi tratti linguistici gia' per la seconda volta ti tradiscono, querido. "Irride-scenti" pero' e' un neologismo mica male... Sono i discenti che irridono!
RispondiEliminaNon ti perplimere ma non sempre irrido scientemente magari invecchiando dinvento dislessic*
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