lunedì 24 novembre 2008

Quinto giorno


Tiruvannamalai, 25 ottobre 2008

Oggi sono riuscito a telefonare a mia madre e ho fatto un bel giro in motorino intorno alla montagna e poi in città (si fa per dire). Il percorso intorno ad Arunachala è una tappa obbligata per i pellegrini hindu e la strada è costellata di piccolo templi, vasche e santuari, frequentati da sadhu e pattugliati da numerose scimmie. Mi ha accompagnato Erul, un ragazzo carinissimo di venti anni che insieme ad altri gestisce l'internet point di fronte l'Ashram. Per ora sono le sole persone con le quali sono riuscito ad avere un contatto umano e un dialogo. Gli occidentali che si aggirano per l'ashram infatti hanno un'aria infastidita, come se la presenza di altri occidentali turbasse il loro bel sogno di spiritualità. Giustamente dopo aver trasformato metà del mondo in una banca e l'altra metà in una cloaca, l'occidentale se ne vuole stare in pace a meditare...

Il monte Arunachala è il luogo dove secondo gli hindu è apparso Shiva sotto forma di un lingam di fuoco, e da qui viene il nome del tempio. Tiruvannamalai è la quarta città sacra dell'India, ma io di sacro per ora non riesco a vedere quasi nulla. Come si fa ad aprirsi alla spiritualità di fronte a
tutta questa materia in decomposizione perenne? O quando qualsiasi persona cerca di spillarti quattrini? E' questo il dilemma, per me. Per ora. Poi vedremo. Non so. Sono aperto a tutto, sebbene ancora sotto choc.

Ah, oggi è stato il giorno dell'avvistamento dei primi animali 'esotici'. Alcuni non so nemmeno descriverli. Però che emozione quando ho visto una sorta camaleonte-iguana (?) nel giardino dell'ashram! Era piccino e timidissimo. E poi ho fatto un sacco di foto alle scimmie sacre, che tipetti. Sono aberranti, stanno sugli alberi a scaccolarsi con il resto della famigliola mentre i poveri fanno la fila nell'Ashram per ricevere la ciotola di riso e verdure, e loro lì in agguato per i resti!

Ho deciso di rimanere un giorno in più per salire sulla montagna domani. Un trekking di quattro ore, tranquillo se non fosse che qui ti terrorizzano dicendo che è pieno di assaltatori, folli ubriachi e beggars di ogni tipo. Comunque non mi porterò nulla, tranne la macchina fotografica.

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